Storie di ologrammi, di tachicardia e di Vajont. Ecco a voi Cloud Atlas.
Siamo tutti legati ai nostri nonni. E ai nostri nipoti.
Lungo tutta l’eternità.
È questo il messaggio che ricaviamo da Cloud Atlas, il film di
questa puntata.
La pellicola
Uscito da poco tempo in Italia, è diretto dai fratelli
Watchosky e da Tom Tykwer. I primi due non hanno certo bisogno di
presentazioni, essendo i registri della trilogia di Matrix. Tykwer è invece un regista tedesco, novello del
genere fantascientifico, ma non per questo di minore importanza (è il regista
del famoso film “Profumo: Storia di un
Assassino”).
In questa pellicola troviamo sei storie intrecciate tra di
loro che formano un grande affresco dell’umanità attraverso la storia passata e
futura. Durante la narrazione emergono i
collegamenti tra i vari personaggi, trasportando lo spettatore verso il
messaggio di fondo, che viene recitato
dal clone Sonmi~451 durante le scene finali del film:
«La nostra vita non è nostra. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro.»
Foto di famiglia! |
Tuttavia, caro lettore,a nessuno interessa leggere una
critica cinematografica in questo momento. Vediamo quindi come si comporterà
l’imparziale scure delle leggi fisiche nei confronti di questa storia.
I nostri numerosi eroi seguono queste leggi? Oppure se ne
infischiano?
Diciamo subito che si trovano pochi errori palesi sotto questo punto di
vista. La storia è in gran parte ambientata all’interno di ambienti chiusi e le
poche scene all’aperto focalizzano l’attenzione sui personaggi, lasciando in
secondo piano le “mirabolanti invenzioni
del futuro”.
Focalizziamo la nostra attenzione sulla storia ambientata
nel 2144 a Neo Seoul, che segue le gesta del l’artificio Sonmi~451 (da quello
che si capisce, “artificio” è una parola fantasiosa per dire “clone”). Essa
vive, assieme alle altre sue compagne-artifici, in un avveniristico deposito
appositamente studiato e tutte assieme vengono
fatte lavorare in un futuristico e colorato fast-food. Qui di fatto
vengono schiavizzate e sono costrette a subire continui soprusi da parte del
proprietario e dagli stessi clienti. Stufa di queste angherie, la protagonista
tenta perciò la fuga ed incontra il ribelle Hae-Joo Chang, che le fornisce
aiuto e riparo nel suo appartamento.
Sonmi~451: un clone e le sue difficoltà cardiache
Nella abitazione di Hae-Joo assistiamo alla romantica scena in cui Sonmi~451 ascolta
il battito cardiaco del suo salvatore, affascinata dal fatto che il cuore degli
umani vada più lento di quello dei cloni.
Tump...tump... |
L’idea di clone tuttavia, implica una similitudine con
l’essere umano. Sappiamo tutti quant’è importante controllare il proprio cuore,
e ogni medico saprà che un battito cardiaco troppo alto causa tachicardia.
Questa malattia dovrebbe causare in Sonmi~451 diversi sintomi, tra i quali
confusione, dolore al petto e senso di svogliatezza o di debolezza. Secondo voi
l’artificio risente di alcuni di questi? Neanche uno. È così attiva che riesce
a fare “all’amore” con il compagno di venture.
La polizia però non si arrende: riesce a risalire
all’appartamento del rivoluzionario e a ricatturare Sonmi. La liberazione
arriva subito dopo, quando Hae-Joo si infiltra tra le guardie e libera il clone
ancora una volta. Durante quest’ultima fuga, i due entrano in un tunnel di vetro
sottomarino, subito seguiti da alcuni veicoli della polizia.
La situazione è drammatica, sembra non abbiano via di scampo. Ecco però il colpo di genio del ribelle: lanciare una bomba sulle pareti per inondare la galleria. Improvvisamente una enorme massa d’acqua si riversa all’interno travolgendo i poliziotti.
La situazione è drammatica, sembra non abbiano via di scampo. Ecco però il colpo di genio del ribelle: lanciare una bomba sulle pareti per inondare la galleria. Improvvisamente una enorme massa d’acqua si riversa all’interno travolgendo i poliziotti.
Evidentemente i registi non hanno mai avuto a che fare con
grandi masse d’acqua che si spostano. Quando accadono cose del genere, c’è un
forte spostamento d’aria che anticipa l’ondata. Lo sanno bene i (purtroppo
pochi) sopravissuti al disastro del
Vajont, nel 1963. A causa della tracimazione dell’acqua dalla diga, la sera del 9 ottobre una grande massa d’aria si abbattè sulle case
rompendo finestre e spostando anche i mobili più pesanti. Ovviamente i
personaggi non sentono neanche una leggera brezza primaverile, quando in realtà
dovrebbero essere trascinati via dalla massa d’aria. Si precipitano sani e
salvi all’interno di una tubazione di salvataggio e hanno anche il tempo di
dare un ultimo sguardo all’onda prima di chiudere il portello.
Signori, questo è Hollywood.
Tutto il resto segue
le leggi di Madre Natura? Certo che no, ma le altre eccezioni non la disturbano
eccessivamente.
Quello che ci viene richiesto è di credere in alcuni
semplici fatti:
- La Corea del Sud in futuro abolirà le strade, optando per l’utilizzo di magici tappeti di energia che si snoderanno tra i palazzi a migliaia di metri d’altezza. Questi fenomenali tapis-roulant sosterranno tutti i veicoli tranne quelli della polizia in caduta libera.
- Imprecisati dischi luminosi sostituiranno definitivamente le ruote nei prossimi secoli.
- I computer verranno attivati tramite un disco magico levitante.
- In un futuro post-apocalittico le corde saranno auto gonfianti: passeranno dallo spessore di pochi millimetri ad alcuni centimetri una volta ancorate ad una roccia.
- Verranno costruiti computer indistruttibili, che continueranno a funzionare perfettamente anche dopo a una lunga esposizione a polvere e umidità.
- Gli sciamani che nasceranno dopo l’apocalisse cambieranno il colore della loro iride a piacimento.
- Le trasmissioni radio inviate dalle parabole saranno colorate.
Ologrammi, la grande
promessa dell’umanità
A ben guardare gli ologrammi sono disseminati lungo tutta la
storia.
Nel fast-food della Seoul del 2144, le pareti e i pavimenti sono
costituite da freddo cemento armato, ma dopo l’accensione di alcuni ologrammi
la faccenda cambia radicalmente. I primi si trasformano in una superficie
d’acqua su cui i passi dei clienti provocano onde circolari, simili a quelle
prodotte da un sasso lanciato in uno stagno. Le pareti invece diventano uno
scorcio di cielo, con tanto di nuvole in stile fumetto. Anche l’appartamento in
cui i due passano la loro notte d’amore è inizialmente grigio e più simile ad
una prigione. E anche qui l’accensione di un ologramma permette di sostituire
questo “grigiume” con una rilassante casetta zen in mezzo al bosco.
Benvenuti al Mc Donald's del futuro |
Ora sorge spontaneo chiederci: ma sarà mai possibile che queste apparecchiature acquistino un ruolo
così dominante nella nostra vita?
Non solo sono possibili, ma sono già realtà. E probabilmente
a molti sarà capitato di vederle.
Sono costituite da un proiettore montato su un soffitto e un
sensore di movimento. Il primo proietta l'immagine, ad esempio uno specchio
d’acqua, su un pavimento, mentre il sensore riconosce il piede di chi calpesta
l’immagine e comunica, tramite un computer, con il proiettore in modo che
faccia apparire i cerchi.
Esistono molte aziende che vendono questi dispositivi. La Microdata Sistemi, un’azienda italiana, garantisce che questa apparecchiatura può essere vostra a 3450€. L’unica differenza
è che questi ultimi sono proiettori e non ologrammi, ma il risultato è
praticamente lo stesso.
Ok, per i pavimenti e le pareti potrebbe andare bene un semplice proiettore, ma questi utilizzano gli ologrammi al posto di computer
portatili. Non è troppo fantasioso?
Forse potrebbe essere
avveniristico, non fantasioso. Va detto che gli ologrammi sono stati inventati
nel 1947 dal fisico ungherese Dennis Gabor e si basano unicamente
sull’interferenza di due raggi laser provenienti dalla stessa sorgente. Sotto la voce “ologrammi”
rientrano inoltre moltissimi altri dispositivi, molti di più di quelli che Hollywood ci
presenta. Due infatti sono le principali tipologie:
- Si parla di ologrammi a riflessione quando la luce necessaria alla loro riproduzione è posta dallo stesso lato dell’osservatore. L’immagine con questo metodo appare all’interno del supporto. È un procedimento molto usato nelle carte di credito o nei passaporti. Possiamo vederne un esempio sulla batteria del nostro telefono cellulare. Avete mai notato che le mani di quel logo della Nokia sembrano tridimensionali?
Non ditemi che non ve ne eravate accorti... |
- Si parla invece di ologrammi a trasmissione quando l’immagine si forma nel lato opposto a quello della sorgente, dando l’impressione che fluttui nell’aria. Grazie a questa applicazione possiamo rappresentare qualunque oggetto, monitor compresi. Attualmente siamo tuttavia vincolati dal alcuni limiti: le immagini che si creano sono visibili da angolazioni ristrette e non possono essere più grandi di un’ottantina di centimetri, ma le ricerche in questo campo proseguono.
C’è possibilità che
queste “immagini tridimensionali fluttuanti” siano anche interattive?
Certamente sì. Ed è più concreta di quello che immaginiamo.
Tutti abbiamo sentito parlare del modulo Kinect per la
consolle X-Box 360. Questo strumento è in grado di mappare la nostra figura,
rendendoci dei controller viventi. Se esso fosse collegato ad un computer,
niente ci impedirebbe di muovere il cursore sullo schermo semplicemente
muovendo la mano. E se questo elaboratore fosse incaricato di proiettare degli
ologrammi, sarebbe possibile muovere un cursore in tre dimensioni su un desktop
olografico.
Contenti?
Se ciò non vi bastasse posso dire che potreste anche sentire
al tatto la freccetta del cursore, quando la spostate.
Nel 2009 un team di ricerca della Tokyo University ha
infatti dichiarato di essere riuscito a creare l’”ologramma tattile”. Come si
vede dal video , bastano due emettitori di ultrasuoni che incrocino i
loro raggi in un punto. All’incrocio si svilupperà una leggera forza che
potrebbe essere percepita come una
resistenza. Basterà allora
posizionare il punto di incontro sulla nostra mano, per avere la sensazione che
la freccetta abbia una massa che si oppone allo spostamento. Nel filmato gli emettitori sono solo due, ma aumentandone il
numero è possibile simulare intere superfici.
Niente di nuovo sotto il sole, quindi. Sebbene più rudimentali rispetto a quelli del film, gli ologrammi sono tra noi già da qualche decennio.
Il domandone finale
Infine, come al solito,
facciamoci il domandone finale.
Nella realtà i nostri eroi avrebbero compiuto la loro
missione? Oppure avrebbero concluso i loro giorni in una ingloriosa pozza di
sangue?
La risposta, almeno per le storie ambientate in un futuro, è
ancora una volta no. Nella nostra analisi abbiamo visto che, sebbene alcuni
aspetti della loro “vita futura” siano addirittura già tra noi, Sonmi~451 e il
suo compare sarebbero stati travolti da uno spostamento d'aria nel tunnel.
Avrebbero finito lì i loro giorni e Sonmi non avrebbe mai pronunciato il suo commovente dicorso.
Ancora una volta l’industria
cinematografica ha tolto i suoi personaggi da una realtà plausibile solo
per lo stupore del pubblico. Tutto questo per un «Wow!»dello spettatore.
Peccato, per un soffio.
Il Touchable Holography è veramente spettacolare.
RispondiEliminaDa quello che ho capito sarebbe possibile ad esempio anche "ologrammare" un pallone da calcio e avere la sensazione di colpirlo quando lo si calcia.
Mi guarderò invece Cloud Atlas per ritrovare le "imprecisioni" fisiche descritte.
Sonmi-451, affetta da tachicardia cronaca, difficile anche avrebbe potuto sopravvivere alla cavalcata della valchiria col bel Hae-Joo Chang.
Vivissimi complimenti per il blog!
Grazie Nobuo!
RispondiEliminaLa cosa più divertente è che una tra le applicazioni maggiormente attese del Touchable Holography è l'Olopornografia...robe da matti!